A cura di Samuel Gentile in Recensioni
Ho iniziato più volte questo articolo, con l'obiettivo di recensire Wabi-Sabi,
Ho provato in molti modi a raccontarvi il valore che di questo piccolo libro: breve ed intenso saggio sullo spirito con cui è possibile osservare gli oggetti e gli istanti che rappresentano la vita.
Ma ho sempre affrontato l'argomento con l'approccio sbagliato, ho tentato di usare la logica dell'esposizione, di narrare cercando una sintesi, tenacemente rivolta al perfezionismo del linguaggio.
Ecco quindi che non vi spiegherò di cosa parla Wabi-Sabi e non ho intenzione di sintetizzare la filosofia presente nel libro; la recensione più onesta che posso fare sarà tramite la testimonianza di come ho compreso e usato questo filtro" nell'osservare ciò che mi circonda.
Al giorno d'oggi, nella nostra quotidianità, è estremamente difficile distaccarsi dai canoni di perfezione ostentati in ogni dove. Il gusto estetico e il senso del "bello" di ognuno di noi subiscono una forte influenza dal concetto di perfezione che giorno dopo giorno è sempre più stretto, più selettivo, più omologato alla visione "occidentale": segni geometrici marcati, superfici lisce e forme sinuose denotano l'orientamento al futuro e la ritmica meccanicità di oggetti e azioni. Noi viviamo in questo orientamento.
Il Wabi-Sabi rende gli occhi pieni di luce quando l'imperfezione non è più un difetto.
Il Wabi-Sabi si concentra sul presente, trova forza nell'istante, temporaneo ed effimero si concretizza nell'incompiuto.
Il Wabi-Sabi è il modo di percepire le sensazioni, il coraggio di accettare l'inevitabile.
Il vero lusso è osservare il corso delle cose.
E magari ti rendi conto che accettando l'imperfezione trovi la gioia nelle piccole cose e senti che è magia quando non devi nemmeno scegliere di accettare, lasci solo che accada.
Questi i dati per acquistare il libro: Wabi-sabi per artisti, designer, poeti e filosofi di Leonard Koren ISBN 9788879285858
Vi lascio con una provocazione, provate a rispondere sia prima che dopo aver letto il libro: Ha ancora senso usare "la perfezione" come filtro per guidare e far crescere il nostro senso del gusto?