Quattro percorsi di crescita professionale (e personale)

A cura di Nina M. in Recensioni

Continuo a dire che 24 ore al giorno non bastano per leggere tutti i libri che vorrei. Il tempo è liquido, fluido. Sembra scorrere con la velocità del vento. Il tempo scorre mentre il mio curatissimo elenco dei libri che vorrei (su Goodreads) continua ad allungarsi.

Ma è proprio durante la lettura di uno di questi libri, o nell’insieme dei loro insegnamenti che ho imparato che il tempo, per quanto sformato e fuso può caricarsi di solidità ed essere versato in contenitori fatti di carta, concentrazione, mani e dita che sfogliano. Basta organizzarsi, definire le priorità, eliminare il superfluo. Perché il tempo, per ciò che ci appare essenziale, lo si trova.

Negli ultimi mesi ho letto una serie di libri, tutti collegati da un filo conduttore costituito da cambiamenti, decisioni, strategie, organizzazione, valori, crescita. Ognuno di loro mi ha dato qualcosa, a livello sia personale che lavorativo. I libri ci rendono consapevoli, ci cambiano, ci elevano. Certi libri sono addirittura life-changing. I libri donano e non tolgono mai niente.

“Chi ha spostato il mio formaggio” di Spencer Johnson è un libro corto. A tenerlo in mano ti sembra che non pesi niente.

Potrebbe ricordare un libricino per bambini, ma non è affatto così. Sono tutte apparenze. Spencer Johnson ci racconta, con un linguaggio semplice, simpatico e di immediata comprensione una storia dai grandi significati.

Nasofino, Trottolino, Tentenna e Ridolino sono i personaggi che ogni giorno, nel labirinto, si svegliano alla ricerca del formaggio. Nasofino, Trottolino, Tentenna e Ridolino siamo noi, con le nostre scelte, la nostra propensione o reticenza al cambiamento. In un mondo in continua evoluzione, per essere felici, ci si deve spostare con il formaggio. Per alcuni il formaggio potrebbero essere i soldi, per altri il successo, per altri ancora la serenità. Qualunque significato venga attribuito al formaggio, per gustarlo, si deve imparare a governare il cambiamento. Spero di aver risvegliato in voi un po’ di curiosità. Per sapere come va a finire, leggete il libro.

chi ha spostato il mio formaggio

“La paura delle decisioni” dello psicologo-terapeuta Giorgio Nardone, di cui ho letto anche “Correggimi se sbaglio” e la cui recensione la puoi trovare qui, parla di decisioni, conseguenze, paura e coraggio.

In queste pagine, l’autore ci guida alla scoperta della “psicopatologia” del decidere, frutto di un pluriennale lavoro svolto in contesti diversi, dall’attività clinica alle consulenze aziendali e istituzionali.

In un mondo in continua evoluzione caratterizzato da una sempre più crescente complessità, l’uomo si trova a dover prendere decisioni altrettanto difficili e spesso addirittura cruciali. Ma come si fa a decidere nel labirinto delle infinite possibilità quando devi fare i conti oltre che con l’indecisione anche con le conseguenze e il peso delle responsabilità?

Tutti noi abbiamo provato, almeno una volta nella vita la paura di sbagliare, di non essere all’altezza, di esporsi. In questo senso, questo libro è adatto a tutti. La paura, per quanto grande sia, non deve essere negata e nascosta ma gestita con strategie mirate perché possa servirci ad essere, fare e dare sempre il meglio di noi.

La paura delle decisioni

Umberto Bertelè nel suo libro “Strategia”, racconta e guarda all’impresa nella sua interezza:

“come ente economico-finanziario, come organizzazione con una connotazione giuridica e con regole di governance da rispettare e come soggetto socio-politico e territoriale”.

Bertelè fa luce su definizioni e concetti difficili da trasferire in contenitori di significato, come la strategia e l’innovazione. Termini labili che si caricano di una solida concretezza. Gli esempi riportati sono quelli di imprese consolidate e fenomeni emergenti. I concetti teorici vengono ogni volta accompagnati da casi reali. “Strategia” è il libro che arricchisce, che crea consapevolezza, che accultura.

Partendo dalla definizone del concetto di strategia e dei processi decisionali per la sua scelta e messa in pratica, Bertelè spiega il rapporto tra strategia e i cambiamenti di contesto in corso come la digitalizzazione, la globalizzazione, la difesa dell'ambiente, etc.

 

strategia d'impresa

“24 chiavi della crescita” di Daniel Priestley è il libro della concretezza.

L’ho trovato utilissimo perché diretto, scorrevole e pratico. Un libro dai molteplici esempi e suggerimenti che ti incoraggia a ragionare, a immaginare e a mettere tutto subito in pratica.

L’argomento centrale di questi 18 capitoli è costituito dagli asset. Sono 24 e ognuno di loro costituisce una “chiave della crescita”.

Mentre le aziende in difficoltà sono ossessionate di immobili, azioni, impianti, attrezzature, titoli di debito e beni da collezione, le aziende di successo sono ossessionate dagli asset digitali chiamati anche risorse. Il profitto viene proprio da lì, dall’insieme delle proprietà intellettuali, dai marchi, dai prodotti, dagli algoritmi, siti internet, sistemi e software. Gli asset sono qualunque cosa permetta all’azienda di generare valore anche in assenza dell’imprenditore o di qualche altra persona. Mentre gli strumenti da soli non fanno crescere l’azienda, gli asset si. Video d’impatto, white paper, powerpoint, immagini, pillole di saggezza, cultura, blog: ora sapete da dove iniziare per crescere.

24 chiavi della crescita

Azione e studio sono gli ingredienti magici per riuscire in ogni intento. Due strade, che se percorse di pari passo non posso che portare nella vostra vita il formaggio-felicità, che come scoprirete leggendo il primo libro recensito, può assumere infinite forme e significati.

Il vostro qual’è?

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